Altra minaccia per la nostra privacy: gli hacker sono pronti a colpire con un nuovo metodo
Grazie a degli appositi sensori dei cellulari i malintenzionati potrebbero ottenere delle informazioni importanti che potrebbero minare la nostra privacy
Gli smartphone sono diventati ormai degli strumenti fondamentali nella nostra vita di tuti i giorni. Li utilizziamo praticamente per ogni attività ed è innegabile che in qualche modo contribuiscono a migliorare la nostra quotidianità. Attenzione però non è tutto ora quel che luccica.
C’è da mettere in conto un altro aspetto che non può essere per niente sottovalutato, ovvero quello relativo alla loro vulnerabilità e alla possibilità che i malviventi possano penetrare all’interno dei nostri dispositivi per compiere i loro loschi piani. A tal proposito i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology di Boston hanno rilevato una vulnerabilità comune un po’ a tutti gli smartphone.
La nuova modalità di azione degli hacker e la soluzione per debellarla
Nello specifico stiamo parlando dei sensori di luce che potrebbero essere sfruttati dai malintenzionati peer tracciare le nostre attività ed impossessarsi dei nostri dati sensibili. Lo studio condotto dal team di ricerca e pubblicato su Science Advances ha analizzato questo problema sviluppando un algoritmo in grado di sfruttare le variazioni di luce catturate dai sensori in modo tale da ricostruire il percorso che fanno le nostre dite in prossimità dello schermo.
L’algoritmo però ha portato alla luce dei risultati rassicuranti. Infatti a prescindere dal tipo di mano usata (vera, di un manichino e di un ritaglio di cartone) il software è riuscito a ricostruire le sagome delle dita. Inoltre è stato appurato che sono necessari circa 3 minuti e 18 secondi per ricomporre ognuna delle immagini.
Una vera e propria eternità che non consentirebbe di tenere il passo con la velocità di interazione necessaria per l’utilizzo del nostro smartphone. In futuro affinando il sistema è ipotizzabile che si giungerà ad una restituzione più nitida ed in tempo reale. Al momento però è bene cautelarsi.
Secondo il dottor Yang Liu che a capo del progetto la prima cosa da fare è impostare la luminosità dello schermo da automatica a manuale. Inoltre è utile abbassare la precisione e la velocità di rilevamento per impedire che possano essere restituite immagine ad alta risoluzione. Per quanto concerne le case produttrici di dispositivi mobili, il consiglio dell’esperto del team di ricerca è quello di posizionare i sensori sui lati del dispositivo e non davanti, in modo tale da evitare che interagiscono con le ombre delle nostre mani.