Reddito di libertà, l’ultima circolare INPS parla chiaro: nuova misura di aiuto da 400 euro dedicata alle donne
Che cos’è il reddito di libertà? Ecco tutto da sapere sull’ultimo bonus emesso dallo Stato destinato alle donne: si possono ricevere fino a 400 euro.
Il nostro Paese è uno di quelli che in Europa soffre di più per il gap di genere e, in generale, per i casi di violenza sulla donna. Ogni anno il governo cerca di introdurre nuove misure per prevenire questo tipo di violenza e tutelare le donne di ogni età, ma purtroppo sembra che non stiano funzionando.
Si stima, infatti, che in Italia venga uccisa una donna per femminicidio quasi ogni giorno. Negli ultimi mesi diversi casi particolarmente violenti hanno scosso l’opinione pubblica e così questo tema è sempre uno dei più dibattuti, ma non sembra avere una facile risoluzione.
Il governo, comunque, cerca sempre di aiutare le donne in difficoltà e per questo ultimamente ha modificato un nuovo bonus particolare, che si chiama “reddito di libertà“. Questo bonus è proprio destinato alle donne che stanno vivendo una situazione disagiata e si tratta di un incentivo economico.
Reddito libertà, che cos’è e a chi spetta
Nel 2024 l’INPS ha pubblicato una nuova circolare sul reddito di libertà, lo strumento che dona alle donne vittime di violenza un quantitativo economico dal valore di 400 euro. Questa misura esiste dal 2020 e consiste nell’erogazione di 400 euro mensili, fino al massimo di un anno, per quelle donne senza figli o senza figli minorenni che sono seguite da un centro anti-violenza.
L’idea di fondo è quella di aiutare queste donne da un punto di vista economico, ma anche psicologico, dal momento che la terapia ancora oggi è molto costosa e non tutti possono permettersela. Tuttavia nel 2024 il reddito di liberà ha subito alcune modifiche riguardo all’inserimento nel mondo del lavoro.
Reddito di libertà, i cambiamenti del 2024
Di recente l’INPS ha pubblicato alcune comunicazioni ufficiali in cui ha informato i cittadini che per il 2024 sono previsti alcuni cambiamenti per il reddito di libertà. Questi cambiamenti in particolare si concentreranno sull’inserimento lavorativo.
Per incentivare i datori di lavoro ad assumere le donne vittime di violenza e che hanno questo sussidio, lo Stato ha deciso di riconoscere l’esonero dei contributi previdenziali: di fatto, se un privato assume una donna vittima di violenza e che beneficia di questo reddito non deve pagare le tasse su di lei, in quanto dipendente.
Si tratta di un esonero e quindi è temporaneo e dipende dal tipo di contratto che viene fatto alla donna: l’esonero del versamento delle tasse sarà di 12 mesi in caso di contratto determinato e di 18 in caso di indeterminato. L’esonero, in termini economici, va fino a un massimo di 8000 euro annui.