Puoi avere 100 hamburger di McDonald’s gratis con questo trucco di Chat GPT | Disonesto ma molto efficace
Il caso di un imprenditore americano che è riuscito ad ottenere pasti gratis da McDonald’s fa discutere: ecco come c’è riuscito.
L’avvento dell’intelligenza artificiale ha portato con sé una serie di potenzialità e sfide etiche.
A dimostrarlo, tra gli altri esempi, è il recente caso di un imprenditore che ha vantato di aver utilizzato ChatGPT per ottenere pasti gratuiti presso la celebre catena di fast food McDonald’s.
Questo episodio, emerso durante un podcast, solleva interrogativi importanti sulla responsabilità nell’uso della tecnologia e sulle implicazioni per le aziende e la società nel suo complesso.
Siete comunque curiosi di sapere come c’è riuscito? Ecco la spiegazione.
Danno economico e sistemico per McDonald’s
L’imprenditore in questione, un podcaster di nome Gage, ha rivelato di aver utilizzato ChatGPT per generare reclami falsi contro McDonald’s al fine di ottenere buoni pasto gratuiti. Il suo metodo consisteva nel rubare scontrini dalle casse o dai tavoli del ristorante e utilizzare il loro codice univoco per aprire sondaggi di feedback online. Successivamente, avrebbe utilizzato ChatGPT per redigere recensioni negative e insoddisfacenti, sperando così di ottenere buoni pasto in cambio. L’imprenditore ha dichiarato di aver ingannato la catena di fast food ottenendo ben 100 buoni pasto in soli nove mesi, sottolineando che per lui “il cibo ha un sapore migliore quando è gratuito“.
Tuttavia questa strategia non è passata inosservata: il video del podcast è diventato virale, attirando l’attenzione sia dei sostenitori che dei critici. Mentre alcuni potrebbero considerare questo comportamento un semplice colpo d’ingegno, altri avanzano preoccupazioni legate all’etica e alle conseguenze negative per McDonald’s e per gli impiegati dei ristoranti coinvolti. La manipolazione dei sistemi di feedback delle aziende attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale non solo solleva dubbi sulla fiducia e l’affidabilità di tali sistemi, ma potrebbe anche danneggiarne permanentemente la reputazione.
Questione di etica o sfruttamento del sistema?
In risposta alle critiche, Gage ha difeso le sue azioni, sostenendo di non star facendo male a nessuno e che il suo intento era semplicemente quello di ottenere pasti gratuiti senza arrecare danni diretti alle persone coinvolte. Tuttavia, i commenti al video su YouTube dimostrano una gamma di opinioni contrastanti: acuni utenti condannano fermamente il comportamento di Gage, sottolineando che le sue azioni potrebbero avere ripercussioni negative sui lavoratori dei ristoranti e sulla reputazione complessiva di McDonald’s. Rilevano il rischio che una diminuzione della soddisfazione del cliente possa influenzare i franchising locali e persino portare alla chiusura di alcuni punti vendita.
Altri ancora esprimono preoccupazione per l’etica personale e sociale dietro tali azioni, evidenziando il rischio di minare la fiducia nei sistemi di feedback e di incoraggiare comportamenti fraudolenti nell’ambito delle recensioni online e della soddisfazione del cliente. Ma sono tante anche le voci che reputano che il comportamento di Gage non sia altro che la dimostrazione di come sia semplice ingannare il sistema, soprattutto quando sono coinvolte grosse imprese dalla reputazione non proprio cristallina. Quel che è certo è che l’accaduto ha sollevato interessanti interrogativi.