L’agenzia delle entrate sguinzaglia l’intelligenza artificiale | Ti tocca invertarti qualcosa o sei davvero rovinato
L’ultima novità in fatto di tasse e riscossioni è l’introduzione dell’AI: ma siamo sicuri che sia la scelta migliore per tutti?
L’implementazione dell’intelligenza artificiale (IA) nell’amministrazione fiscale segna una svolta epocale.
L’Agenzia delle Entrate ha deciso di sfruttare le potenzialità dell’IA per automatizzare i processi di riscossione, promettendo di semplificare le procedure ma gettando anche l’ombra del timore tra i contribuenti.
Con la tecnologia a guidare l’analisi dei dati e le decisioni sui pagamenti, la gestione delle tasse diventa più efficiente ma anche più imperscrutabile.
In questo articolo, esploreremo le implicazioni di questa mossa audace dell’Agenzia delle Entrate e i suoi potenziali effetti sui contribuenti.
Gli atti fiscali automatizzati: il dilemma del contraddittorio
Nella selva intricata della burocrazia fiscale, una nuova frontiera si apre con gli atti fiscali automatizzati. Questi atti, che includono ruoli e cartelle di pagamento, accertamenti parziali e atti di recupero basati su incroci di dati, sono emessi dall’amministrazione fiscale senza possibilità di contraddittorio da parte del contribuente. È un nuovo capitolo che solleva interrogativi su trasparenza e giustizia nel sistema tributario italiano.
Il 24 aprile, il viceministro dell’economia Maurizio Leo ha siglato un decreto ministeriale che dettaglia gli atti esclusi dal principio generale del contraddittorio, sancito nel decreto legislativo sulla riforma dello Statuto del contribuente. Questo decreto anticipa l’entrata in vigore del principio del contraddittorio dal 30 aprile, ma al contempo solleva preoccupazioni su come venga garantita la partecipazione del contribuente al processo amministrativo. Sebbene il decreto ministeriale preservi altre forme di contraddittorio, sembra essere più un gesto di buona volontà che una solida garanzia di partecipazione effettiva. Il rafforzamento dello Statuto del contribuente mira a valorizzare il principio del legittimo affidamento e della certezza del diritto, seguendo gli standard dell’Unione europea e la giurisprudenza della Corte di giustizia. Tuttavia, quando si tratta di atti automatizzati, la storia è diversa.
Con l’AI i processi vengono automatizzati, ma…
Questi atti, emessi attraverso algoritmi e incroci di dati, sono esclusi dal contraddittorio proprio perché generati in modo automatizzato. E mentre il diritto al contraddittorio è considerato un elemento cardine della buona amministrazione, sembra esserci una lacuna quando si tratta di intelligenza artificiale. Il diritto di essere ascoltati prima dell’adozione di un atto che influisce sulla sfera giuridica di un individuo è fondamentale, ma gli atti automatizzati sembrano sfuggire a questa regola. Il decreto del ministero dell’Economia e delle finanze individua specificamente gli atti inseriti in queste categorie automatizzate, che includono ruoli e cartelle di pagamento, accertamenti parziali e altri atti di recupero basati esclusivamente su incroci di dati. Non c’è spazio per il contraddittorio; è un “prendere o lasciare”.
Nonostante la relazione di accompagnamento del decreto giustifichi questa esclusione affermando che tali atti non sono privi di “immediata lesività”, resta il fatto che il contribuente si trova in una posizione svantaggiata. Mancando il contraddittorio, non ha la possibilità di contestare o chiarire le decisioni adottate dall’amministrazione fiscale. Questo solleva dubbi sulla trasparenza e l’equità del processo fiscale, mettendo in discussione la protezione dei diritti dei contribuenti. L’evoluzione tecnologica, se da un lato semplifica i processi amministrativi, dall’altro solleva nuove sfide in termini di equità e giustizia.