Posto di lavoro a rischio per 200.000 lavoratori | Se fai uno di questi mestieri sarai presto licenziato, non è colpa tua
Arriva la mazzata per i dipendenti di questo settore: ormai sono virtualmente inutili e sostituibili, ma da chi?
L’incubo della disoccupazione si profila all’orizzonte per oltre 200.000 lavoratori italiani. In un’era in cui la tecnologia avanza a ritmi vertiginosi e i modelli economici si trasformano, molte professioni, un tempo ritenute sicure e stabili, stanno diventando obsolete.
Non si tratta di errori personali o mancanze individuali, ma di cambiamenti sistemici che stanno rivoluzionando il mondo del lavoro. Questo fenomeno sta per abbattersi su numerosi settori, lasciando migliaia di persone in balia dell’incertezza e del timore per il futuro.
Il rischio di perdere il lavoro è alto, indipendentemente dalla tua dedizione e competenza.
Scopriamo insieme le dinamiche di questa trasformazione e quali strategie adottare per affrontare al meglio questa sfida inevitabile.
Il settore più colpito dal futuro del lavoro in Italia
L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando il mondo del lavoro, e la Pubblica Amministrazione italiana non fa eccezione. Secondo uno studio condotto da FPA e presentato al Forum PA 2024, oltre 200.000 dipendenti pubblici italiani rischiano di perdere il lavoro a causa dell’automazione e dell’introduzione di tecnologie IA. Il rapporto evidenzia come il 57% dei dipendenti pubblici, circa 1,8 milioni di lavoratori, sia altamente esposto all’IA.
Lo studio di FPA ha rivelato che l’IA avrà un impatto significativo su una vasta gamma di professioni all’interno della pubblica amministrazione. Il 28% dei dipendenti subirà un impatto moderato, mentre solo il 15% sarà minimamente influenzato. Le professioni più a rischio sono quelle meno specializzate e con compiti ripetitivi e prevedibili, come assistenti e operatori amministrativi. Di questi, circa il 12% (218.000 lavoratori) potrebbe essere sostituito dall’IA a causa della scarsa sinergia con le nuove tecnologie, mentre un ulteriore 8% (154.000 dipendenti) si trova in una situazione di rischio ambiguo tra potenziali sinergie e sostituzione.
Per continuare a lavorare conviene rivoluzionarsi
Sebbene l’IA possa migliorare la produttività e sollevare i dipendenti dalle mansioni più monotone, c’è un rischio concreto di perdita di posti di lavoro. Tuttavia, il rapporto indica anche che l’80% dei dipendenti potrebbe trarre vantaggio dall’introduzione della tecnologia. Le professioni altamente specializzate, come dirigenti, tecnici, ricercatori, insegnanti, legali, architetti, ingegneri e professionisti sanitari, sono meno a rischio e possono beneficiare di una maggiore complementarità con l’IA. In particolare, nel settore dell’istruzione e della ricerca, il 91,9% del personale ha un alto grado di sinergia con le tecnologie emergenti.
Di fronte a questi cambiamenti, è imperativo investire nella formazione e nella riqualificazione dei dipendenti pubblici. Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA, ha sottolineato l’importanza di una riforma strutturale della pubblica amministrazione. L’obiettivo è individuare le competenze che continueranno a essere richieste e capire come adattarsi alle nuove esigenze del mercato. Percorsi di reskilling saranno fondamentali per reindirizzare i dipendenti verso settori emergenti e garantire la loro occupabilità. Questa trasformazione rappresenta la terza grande ondata di cambiamento per il settore pubblico negli ultimi quindici anni, dopo la spending review e la pandemia.