Partite IVA, se non lavori abbastanza scatta il multone da 3.000€ | L’Agenzia delle Entrate passa al setaccio quelli che non fatturano
Hai la partita IVA? Presta molta attenzione a fatturare, almeno, quanto stabilito dalle nuove leggi anti-evasione o si rischia una multa fino a 3.000 euro.
Se non svolgi un lavoratore dipendente, puoi diventare un lavoratore autonomo e quindi aprire una partita IVA. Si deve aprire la partita IVA quando si svolge un’attività di tipo continuativo che fa percepire un reddito, che sia fisso o meno. Ogni partita IVA ha un codice ATECO a seconda del settore lavorativo.
Contrariamente a come si pensa di solito, non ci sono limiti minimi o massimi per aprire la partita IVA. Bisogna aprirla quando si svolge un’attività continuativa, che sia remunerativa ad alti livelli o meno (non esiste, quindi, il cosiddetto “limite annuo dei 5.000 euro”).
Negli scorsi anni, lo Stato ha approvato delle nuove leggi per contrastare l’evasione fiscale e scoraggiare la nascita delle false partite IVA, ovvero di coloro che aprono la partita IVA ma poi la chiudono poco dopo senza pagare la tasse.
Partita IVA, i controlli dell’Agenzia delle Entrate verso chi fattura troppo poco
Dopo l’approvazione delle Nuova legge di bilancio 2023 e con i commi 15-bis1 e 15-bis2 dell’articolo 35 del DPR l’Agenzia delle Entrate farà controlli più approfonditi verso le partite IVA che sono state aperte da poco e poi caratterizzate da un ciclo di vita breve, per cui quindi non sono stati svolti gli adempimenti classici, tra cui il versamento delle tasse.
Il fisco, quindi, controllerà i proprietari (o ex proprietari) di partite IVA sospette, che quindi sono rimaste in vita per un tempo troppo breve o che non fatturano abbastanza tenendo in considerazione tutti i criteri di rischio.
Partita IVA, le multe di 3.000 euro a quelle sospette
Gli elementi di rischio che vengono presi in considerazione si riconducono al titolare (criticità del profilo economico), alla tipologia e alle modalità di svolgimento dell’attività e alla posizione fiscale del soggetto titolare.
L’Agenzia delle Entrate, in caso di movimenti sospetti, invia un avviso al titolare invitandolo a presentare dei chiarimenti in proposito. Nel caso in cui questi chiarimenti non vengano presentati o non risultino sufficienti, scatta contemporaneamente la chiusura forzata della partita IVA e una multa di 3.000 euro, come previsto dall’articolo 11, comma 7.
Il titolare in futuro può aprire una nuova partita IVA, ma prima di farlo deve presentare all’amministrazione finanziaria una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria della durata di tre anni e per un importo non inferiore a euro 50.000 euro.