Conosci la vera storia dietro al successo di Spotify? La serie Netflix sbugiarda la truffa colossale all’industria discografica mondiale
Hai già visto The Paylist, la serie Netflix che racconta la storia di Spotify? Conosci il lato oscuro dietro alla piattaforma di streaming musicale più famosa al mondo?
Nel 2022 su Netflix è uscita The Playlist, serie di sei episodi che racconta tutto sul progetto Spotify. La serie racconta come i due soci e fondatori Daniel Ek e Martin Lorentzon decisero di creare una piattaforma di streaming musicale che fosse alla portata di tutti, che fosse gratuita e in grado di riprodurre con un semplice click qualunque brano.
I due protagonisti sono interpretati da Edvin Endre e Christian Hillborg ed è stata girata tra Svezia e Regno Unito (i due creatori infatti sono svedesi e Spotify è nato in Svezia). La serie conta una sola stagione autoconclusiva (non ne arriveranno altre) e conta un totale di 6 episodi da circa 50 minuti l’uno. Ogni episodio mostra il punto di vista di un personaggio diverso.
La serie ha riscosso in generale un buon successo, ma quello che ha colpito il pubblico sono i lati “oscuri” e poco conosciuti che sono esistiti dietro al progetto dei due imprenditori rivoluzionari. Al centro di tutto, com’è prevedibile che sia, c’è il rapporto tra la piattaforma e gli artisti musicali.
Spotify, la serie The Playlist e l’idea rivoluzionaria
Come The social network racconta di Mark Zuckerberg e del progetto Facebook (che di fatto poi cambierà completamente il mondo, creando il concetto di “social media”), The Playlist racconta di Daniel Ek e Martin Lorentzon alle prese con la creazione della piattaforma di streaming musicale più grande del mondo. Il progetto è ambizioso: non solo creare una piattaforma simile, ma crearne una dove ascoltare la musica fosse completamente gratuito e, soprattutto, fosse semplice.
Tuttavia, proprio dopo lo sviluppo, cominciano a nascere tensioni e disaccordi all’interno del team, anche tra i due soci.
Spotify, le ombre dietro a The Playlist: i guadagni degli artisti
The Playlist cerca di essere il più imparziale possibile e di narrare i fatti così come sono accaduti, senza schierarsi apertamente dalla parte degli imprenditori o degli artisti coinvolti. La serie mostra il dissenso tra Daniel Ek e il resto del team, che all’inizio voleva creare una piattaforma gratuita come alternativa a siti come Torrent, non un servizio a pagamento e in collaborazione con le case discografiche. L’idea iniziale era quella di rendere la musica gratuita a tutti, mentre di fatto Spotify è servito per coinvolgere l’industria musicale nella vendita digitale.
Proprio nell’ultimo episodio si racconta il processo, quando gli artisti musicali portarono il team di Spotify in tribunale, denunciando quanto guadagnassero poco rispetto agli enormi introiti della piattaforma e al numero di ascolti, al punto da non riuscire neanche a pagare l’affitto.