Sarco, la capsula dell’eutanasia per il suicidio assistito sarà utilizzata per la prima volta | “Avrai una morte euforica”, al sapor di nitrogeno
Non sempre il progresso riguarda la vita, in questo caso affronta la morte: ecco la capsula per il suicidio Sarco stampata in 3D.
Alcuni la hanno soprannominata la “Tesla dell’eutanasia”: si tratta di una capsula stampata in 3D per il suicidio assistito, un tema delicato sul quale ancora non vi è una opinione convergente nemmeno in Occidente.
Finalmente è giunto il momento di provarla dopo la sua presentazione avvenuta al Venice Design Festival nel 2019: garantisce una morte pacifica e indolore dopo circa 10 minuti dall’entrata del soggetto che si vuole sottoporre al suicidio assistito.
Ecco come funziona: la camera è inondata di azoto, che riduce i livelli di ossigeno tanto rapidamente che la persona all’interno perde conoscenza entro il primo minuto – nessuna fame d’aria, una morte incosciente. Sul sito dell’azienda che la vende, infatti, è scritto che la morte sarà “pacifica, persino euforica” .
Bisogna, però, ancora fare i conti con le leggi che riguardano l’eutanasia e il suicidio assistito, dato che si tratta di una materia davvero complicata sulla quale poter legiferare in modo chiaro per evitare anche di lasciare cavilli che possono essere sfruttati da eventuali malintenzionati.
Capsula Sarco: ecco quando sarà rilasciata al pubblico
L’assistenza volontaria al suicidio è legale in Svizzera; tuttavia, l’articolo 115 del Codice penale svizzero stabilisce che l’assistenza al suicidio è un reato commesso per motivi “egoistici”: di conseguenza le autorità hanno suggerito di vietare l’uso del dispositivo e che chiunque lo utilizzi per aiutare a morire qualcun altro, per evitare di incorrere in una pena carceraria.
Il procuratore generale Peter Sticher è ancora molto scettico sull’utilizzo della macchina per il suicidio assistito, “[Non è] per niente chiaro chi abbia il controllo su quale processo meccanico durante il processo di morte”, ha dichiarato.
I problemi etici del suicidio assistito
Le capsule sono pensate per essere attivate attraverso un pulsante, un battito di ciglia, un gesto o un controllo vocale: per quanti abbiano problemi di mobilità è possibile l’attivazione anche grazie a un movimento oculare.
Sarco è anche ecologico: infatti la macchina è pensata per essere oltre che un’assistente per il suicidio anche una bara e non solo, è realizzata in materiali biodegradabili. Le controversie sono così tante che l’inventore della capsula Sarco, Philip Nitschke, 76 anni, è stato soprannominato “Dr. Morte”, ed è accusato di aver tentato di “rendere glamour” l’atto di porre fine alla propria vita.